Gita eno-gastronomica del corso di 2° livello AIES Romagna
Premessa: grazie a chi ha partecipato ma soprattutto a chi mi ha assistito nell’organizzazione.
Giovedì 2 giugno
Tutto inizia nella famosissima azienda Domenico Clerico.
Penso che questa azienda abbia bisogno di poche presentazioni.
Domenico, famoso per il suo ruolo nei Barolo Boys, si è contraddistinto per le sue eccellenze, ma soprattutto per il suo estro che ha contribuito all’esplosione della sua terra.
Abbiamo scelto la degustazione base composta da 3 vini (Dolcetto Visadì, Barbera d’Alba Trevigne, Nebbiolo Capisme-e) più il Barolo del comune di Monforte d’Alba. Quattro vini molto ben fatti dall’attuale enologo Oscar Arrivabene, su tutti mi ha colpito molto la Barbera d’Alba Trevigne.
Prodotta da 2 cru (Ginestra e San Pietro) si esprime con una netta nota fruttata accompagnata da un’ottima freschezza, che la fanno diventare un vino perfetto da aprire in qualsiasi occasione.
Nella nostra seconda tappa abbiamo cambiato territorio, ma soprattutto terroir. “Chi abbina il Roero alla zona del Barolo sbaglia e anche tanto”, queste sono le parole pronunciate da Giovanni Correggia, che assieme alla sorella Brigitta e la mamma Ornella dirigono l’azienda Matteo Correggia.
Seguo da molto tempo Giovanni e ho sempre pensato che ereditare, ma soprattutto portare avanti all’improvviso tutta questa mole di lavoro e responsabilità non fosse da tutti.
Credo che il motore principale che lo abbia spinto sia stato l’amore per la sua terra, lo stesso che ha permesso al padre Matteo di fare conoscere al mondo il Roero.
Giovanni ci ha mostrato e spiegato fin nei minimi dettagli la loro filosofia di produzione.
Sperimentare e mai finire di imparare gli ha permesso di produrre vini straordinari come il Roero Riserva Ròche d’Ampsèj, proveniente dall’omonima vigna, è un nebbiolo che non teme rivali.
Affina 18 mesi in barrique, al naso ricorda note quali piccoli frutti neri (mirtilli e more), cannella, pepe e qualche nota leggera di viola.
Piacevole sorpresa è stata il Roero Arneis annata 2015.
Dal 2009 viene prodotto con il 20-30% di macerazione sulle bucce, inoltre dal 2008 viene utilizzato il tappo a vite. Questa è stata un sfida vinta da Giovanni nel dimostrare il potenziale di questo vitigno anche dopo molti anni dalla vendemmia.
Venerdì 3 giugno
Ad aspettarci c’era l’azienda E. Pira & Figli – Chiara Boschis.
Chiara, unica donna a prendere parte alla rivoluzione dei barolo boys (and girls in questo caso), appartiene alla famiglia Boschis, coloro che detenevano la proprietà delle antiche cantine Borgogno (ora nelle mani del sig. Farinetti).
Nel 1980 acquisisce l’attuale azienda dalla famiglia Pira (storica famiglia del Barolo arrivata alla 9° generazione) assieme ai genitori Franco ed Ida, nel 2010 si aggiunge il fratello Giorgio e dal 2014 l’azienda è certificata biologica.
Cantina caratteristica in ogni sua sfaccettatura, costruita nel sottosuolo di Barolo ne fa una delle più antiche cantine della zona.
Arrivando alla degustazione ci sono poche parole da dire: qualità, identità e perfezione in ogni etichetta.
Dolcetto, Barbera d’Alba e Nebbiolo, tre vini “base” ma che di base non hanno nulla.
Tutti concentrano le caratteristiche dei vitigni elevate all’ennesima potenza.
Calici estremamente goduriosi.
Venendo alle tre etichette di Barolo: Via Nuova, Mosconi e Cannubi, tutti e tre con la loro storia, ma soprattutto con la loro missione: esprimere il Terroir di ogni Cru rappresentato e la differenza era tangibile.
Il Via Nuova è un assemblaggio dai Cru Terlo, Liste, Gabutti, Baudana, Ravera e Mosconi.
Vino estremamente armonioso con note floreali e fruttate, avvolgente al palato ed austero, sapido ed armonico.
Il Cannubi, proveniente dall’omonimo Cru, gioca al naso con sensazioni di frutta matura quale ciliegia e prugna, con finale balsamico di menta ed eucalipto. Al palato lo troviamo potente, ma allo stesso tempo piacevole ed elegante.
Infine abbiamo il Mosconi, proviene dall’omonimo Cru di Monforte d’Alba, zona che conferisce grande struttura alle uve coltivate. Questo Barolo si apre su note fruttate e floreali con sensazioni di speziatura.
Al palato si percepisce appieno la sua maestosa struttura per un vino da lungo invecchiamento.
Al pomeriggio invece ci siamo recati nell’azienda Rocche dei Manzoni per una visita più degustazione di bollicine Metodo Classico.
Qui abbiamo assaggiato 3 spumanti: Brut Elena, Brut Cuvèe, Brut Valentino 0.
Tutti e tre i vini risultano ben fatti, eleganti con bollicina cremosa ed avvolgente.
Sabato 4 Giugno
Un classicista, si definisce così Mario Fontana, che assieme al figlio Vasco, portano avanti (divinamente) l’omonima azienda Cascina Fontana.
Sita a Perno, Mario è famoso perché fa come vuole lui, non segue mode o periodi, lo si ama o lo si odia.
Personalmente me ne sono innamorato per tanti aspetti.
Piccola, anzi piccolissima produzione, vini estremamente goduriosi con carattere da vendere.
A stupire in primis è il loro Dolcetto, servito rigorosamente freddo come tradizione vuole, che abbinato ai salumi crea un connubio indissolubile ed intrigante.
La Barbera d’Alba si presenta bella consistente, calda con note di frutta nera matura, sorso caldo ed avvolgente.
Passando al nebbiolo si inizia ad intravedere lo stile di Mario, vinificazione che dura un paio di settimane (tempi più ristretti che confrontati con quelli del Barolo) per un vino che risulta quindi più fresco ed immediato, senza però lasciare per strada eleganza ed armonia.
Arriviamo quindi a degustare il Barolo, che proviene da tre differenti Cru: Villero, Mariondino e Giachini.
Ogni Cru contribuisce a suo modo a questa creazione: complessità, eleganza, struttura, acidità, mineralità e frutto.
Le vinificazioni avvengono separate, i Cru vengono assemblati prima dell’affinamento che consiste nella sosta di due anni in botti di rovere di Slavonia da circa 25-27 hl a cui segue un anno di affinamento in cemento.
Il risultato nel calice è un vino estremamente elegante, con colore scarico tipico del nebbiolo. Al naso gioca su note fruttate e floreali di rosa con finale di liquirizia, al palato è contraddistinto da una piacevole persistenza.
Abbiamo infine avuto la possibilità di assaggiare il campione da botte del Barolo 2020 del Comune di Castiglione Falletto.
Esperienza bellissima ed emozionante considerando le poche bottiglie che verranno immesse in commercio per quel vino.
La visita presso la Cascina Fontana con Mario è stata, dal punto di vista personale, la ciliegina sulla torta di una magnifica esperienza vitivinicola trascorsa insieme.
La nostra passione per l’enogastronomia, mista alla voglia di compagnia e divertimento, ha permesso che questa gita risultasse bellissima e coinvolgente sotto ogni aspetto.
Rinnovo un immenso grazie ad ognuna delle persone che hanno partecipato.
Accademico Enogastronomo
Simone Garavina