Monteforte d’Alpone (VR)
Il Maestro Enogastronomo Sommelier AIES della Delegazione Emilia-Modena Riccardo Franzoni ha fatto visita alla Cantina Gini, storica realtà produttiva del Soave che da oltre 15 generazioni produce vino.
Ad accoglierlo Letizia, figlia di Claudio che assieme a suo fratello Sandro conduce l’azienda.
Con il suo bel sorriso Letizia ci conduce per la cantina mostrandoci prima la bottaia e poi tutte le parti dedicate alla produzione, prima di condurci nella sala degustazione in cui abbiamo assaggiato alcune espressioni del loro Soave che si dimostra molto versatile: da prodotti più immediati e di pronta beva fino a creazioni più complesse e sfaccettate, in cui il suolo vulcanico dona ai vini dei tratti distintivi fatti di sbuffi minerali e note di idrocarburo, che si affiancano alla frutta matura ed al floreale.
Si parte con Camillo, il Metodo Classico da uve Garganega che si presta ad essere consumato in aperitivo accompagnando un bel tagliere di salumi e formaggi.
Bellissima l’evoluzione nel tempo del Soave Classico La Froscà, assaggiato nell’annata 2021 e nella 2016, che dimostra un potenziale evolutivo importante, sostenuto da un’ottima acidità e validato dall’evoluzioni degli aromi che tendono verso una maggiore complessità.
Le vecchie vigne si esprimono in tutto il loro potenziale nel Soave Classico Contrada Salvarenza, che si potrebbe definire un vino da meditazione per quanto è completo in sè stesso: sorso pieno ed avvolgente, dagli aromi di frutta matura a polpa gialla e dalle note minerali che dimostrano ancora una volta il marchio del terreno vulcanico.
Concludiamo la degustazione con il Pinot Nero Campo alle More, un vino decisamente equilibrato, fresco e giustamente complesso e con il Recioto di Soave 2016 che mette il sorriso sulle labbra grazie alla sua dolcezza bilanciata.
Letizia gentilmente ha risposto alle nostre cinque domande; riportiamo di seguito le sue parole.
1 – Quali sono i contorni che definiscono l’identità di Gini e la sua filosofia produttiva?
Quello che contraddistingue l’identità di Gini sono senza dubbio le vecchie vigne, a partire dai 70 anni fino ad arrivare alle vigne prefillossera di 130 anni d’età, suoli vulcanici di basalto nero. Le ben 15 generazioni di viticoltori che con grande entusiasmo hanno tramandato di padre in figlio le migliori esperienze e preziosi segreti. Grande precisione in cantina, ottenendo grandi vini capaci di evoluzione e longevità straordinarie, crescendo in mineralità e complessità.
2- Come si lega Gini alle peculiarità ed alla storia del suo territorio?
Gini si lega alla storia del territorio con il massimo rispetto grazie alla viticoltura biologica, mantenendo una grande biodiversità grazie ai molti boschi nelle vicinanze dei vigneti, alta presenza di insetti e microrganismi utili e pratiche di sovescio. Negli anni abbiamo continuato a coltivare la Garganega nel sistema di allevamento storico: la pergoletta veronese.
Puntare sulla fertilità del suolo inoltre è di grande importanza per una produzione di altissima qualità.
3- Quale è il tratto distintivo dei vini di Gini?
I vini di Gini si possono descrivere con tre semplici parole: RICCHI, PURI ed ELEGANTI. Vini che raccontano il territorio e l’immensa cura per la creazione. Vini che sanno emozionare e dalla grande bevibilità.
4- Come comunicate coi vostri consumatori e come mantenete il rapporto con loro?
Per i nostri consumatori puntiamo sull’incoming, organizziamo visite in vigneto e in cantina con delle degustazioni create ad hoc. Partendo dai nostri Soave, passando ai vini iconici dell’azienda è possibile anche degustare qualche vecchia annata dalla nostra preziosa riserva, per far comprendere la grande longevità dei nostri vini. Inoltre per mantenere il rapporto, il consumatore ci può seguire sui canali social per rimanere sempre aggiornato con le novità e approfondire o scoprire meglio il “mondo Gini” grazie al nostro sito web (creato nuovissimo da poco tempo!)
5- Cosa c’è nel futuro di Gini e quali sono i progetti a cui più tiene?
I progetti futuri saranno sicuramente: lanciare nel mercato dei nuovi Crus di Soave Classico, ultimare la nuova cantina alla Tenuta Scajari (sorge sulle colline della Valpolicella est, tra Campiano e Monte Mirabello, a 400-600 metri di altitudine) puntando sull’enoturismo per un’accoglienza in un luogo meraviglioso. Investire per “convivere meglio” col cambio climatico in atto puntando su vitigni indigeni e preservare le vecchie vigne che sono le più resistenti allo stress.
Maestro Enogastronomo Sommelier
Riccardo Franzoni



