Provenza – Francia
TRA SACRO E PROFANO, TRA SPIRITUALITÀ E SPIRITO DI
“VINO”
La salita alla “Sainte-Baume” non è un arrampicata impossibile, ma una bella passeggiata tra boschi di querce con un paesaggio incantevole anche in una giornata particolarmente calda.
Una volta arrivati alla grotta, dove ha vissuto Maria Maddalena, si gode di un panorama veramente affascinante.
Unica nota negativa è la sete, ma questo si risolve, una volta scesi, facendo una sosta a Château la Source (antico “Domaine de Cala”).
A Brignoles la famiglia Crépin-Lanzarotto ha acquistato, da poco più di un anno, un Château di 220 ettari nel cuore della Provenza dove “si sente il silenzio”.
40 ettari sono coltivati a vigneto e 180 lasciati a bosco che circonda le vigne per garantire il vero bio, per cercare la pace, ma soprattutto per la biodiversità.
L’azienda è certificata bio dal 2022, le vigne più vecchie hanno più di mezzo secolo.
Vengono coltivati per i rossi e i rosé i vitigni Grenache, Syrah, Cinsault e Carignan, mentre per i bianchi Clairette, Grenache blanc e Rolle. Il terreno è argilloso-calcareo e quindi trasferisce ai vini la freschezza rilasciata dal primo e la mineralità del secondo dando equilibrio al prodotto.
Fanno parte tutti della AOC “Coteaux Varois en Provence” ma la miglior cosa da fare è organizzare un viaggetto per degustarli dove nascono e dedicarsi un momento per sentire “il rumore del silenzio”…
- Quali sono i contorni che definiscono l’identità della vostra Azienda e la sua filosofia produttiva?
Azienda Familiare, passione nel preservare la natura, biodiversità, pluralismo culturale, équipe realmente internazionale.
Qualità piuttosto che quantità.
Eccellenza ed autenticità in tutto quello che facciamo.
- Come si lega la vostra Azienda alle peculiarità ed alla storia del suo territorio?
Il territorio su cui si espande gran parte della tenuta si chiamava valle delle Pourraques, per via di un piccolo fiore che cresceva dovunque e che la proprietaria ha voluto immortalare in un murale nel caveau.
Li passava l’antica via Aurelia romana di cui si intravvedono vestigia.
All’entrata della tenuta ci sono le rovine di un lazzaretto del 500, chiamato l’hôpital, che vogliamo rivalorizzare prossimamente, poi ci sono degli edifici che erano un antica stazione postale, ed anche un castello appartenuto ad un conte polacco.
Storia da scoprire
- Quale è il tratto distintivo dei vini dell’Azienda?
I nostri vini sono davvero l’espressione del terroir da cui nascono. Noi aiutiamo le vigne ad esprimere al meglio le loro potenzialità e carattere. Il nostro obiettivo è l’eccellenza della qualità, ragion per cui le nostre cuvée non sono mai uguali, ma raccontano quello che è successo in ogni annata, come una fotografia.
- Come comunicate con i vostri consumatori e ospiti? Come mantenete il rapporto con loro?
Abbiamo ripreso l’azienda da poco più di un anno ed il nostro approccio è personale, siamo una famiglia e trattiamo i clienti e visitatori come nostri ospiti, con un’accoglienza calorosa all’italiana. Questo viene percepito e ci è capitato che una coppia ci chiedesse di organizzare sulla fiducia i vini per il loro matrimonio e ci abbia mandato foto e ringraziamenti la sera stessa, o che altri ci abbiano chiesto di creare bottiglie con etichette personalizzate per il battesimo di un bimbo non ancora nato e ci abbiano subito mandato le foto dopo la nascita. Questo è uno degli aspetti migliori del nostro lavoro: partecipare a dei momenti privilegiati di altre persone e che i nostri vini facciano parte poi dei loro ricordi più preziosi ed emozionanti.
Il rapporto per ora è personale via mail o telefono, altrimenti via social media e prossimamente via newsletter e podcast.
- Cosa c’è nel futuro e quali sono i progetti a cui più tenete?
Il futuro è già iniziato con la creazione e consolidamento di un team di qualità che potrà agire sempre più in autonomia e permetterci di concentrarci su progetti di sviluppo, sia vitivinicolo, che di enoturismo, ospitalità e ristorazione.
Maestro Enogastronomo Sommelier
Daniela Franchi



