Sulle rive del lago di Ledro, in Trentino non lontano dal lago di Garda, si trova una piccola azienda vinicola a gestione familiare, la Sartori Organic Farm. Il nome lascia già intendere che ci troviamo davanti a un’azienda che si distingue per la produzione di vini biologici. Ed è proprio cosi, ma non solo. Infatti oltre che essere certificata Bio, l’azienda si è specializzata nella coltivazione di vitigni PIWI. Chi ha partecipato alla serata che la Delegazione di Bologna ha dedicato a questi vitigni in gennaio 2024 sa di cosa si tratta.
Molto brevemente si tratta di vitigni, ottenuti da incroci resistenti a molte malattie e che pertanto necessitano di un numero inferiore di trattamenti rispetto ai vitigni tradizionali.
Trovandomi a Ledro per un weekend ho approfittato per andare a visitare l’Azienda. Ho così conosciuto Marco, la mamma Anna Maria e il papà Michele. Marco, che è diplomato all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, mi ha parlato dell’azienda e mi ha guidato nella degustazione di alcuni dei loro vini mentre eravamo seduti sulla loro terrazza che offre una splendida vista sul lago.
Mi ha colpito il loro approccio alla viticoltura, basato sul minor impatto possibile sull’ambiente e sulla ricerca di varietà adatte al territorio. Inoltre non è cosa usuale trovare vigneti in quella zona, a 700 metri di altitudine sulle rive di un lago prealpino. Eppure ci sono prove che già 4000 anni fa la viticoltura era praticata in quella zona.
Oltre a questi l’azienda possiede alcuni altri vigneti sul Monte Baldo e nei comuni di Mori e di Arco, dove vengono coltivati anche altri vitigni. Inoltre l’azienda produce anche olio di oliva e paté di olive.
Il loro prossimo obiettivo è la produzione di un Trento DOC la cui base spumante sta affinando in cantina.
Qui di seguito alcune risposte di Marco e l’elenco dei vini degustati.
Quali sono i contorni che definiscono l’identità della vostra Azienda e la sua filosofia produttiva?
La nostra azienda si basa soprattutto sul rispetto per il nostro territorio e per l’ambiente. Per questo abbiamo basato la nostra produzione sui vitigni Piwi in modo da ridurre al minimo trattamenti continuando a produrre vini buoni che rispecchiano il nostro territorio.
Come si lega la vostra Azienda alle peculiarità ed alla storia del suo territorio?
La nostra è una giovane realtà che nasce con il primo impianto in Valle di Ledro nel 2016 scegliendo una varietà Piwi, il Solaris, oltre che per rispettare l’ambiente perché è un vitigno che si adatta bene all’alta quota e viene valorizzato dal nostro ambiente. In seguito abbiamo continuato così, piantando quello che secondo noi era l’ideale per quel territorio.
Quale è il tratto distintivo dei vini dell’Azienda?
I nostri sono vini con spiccata sapidità e freschezza, sempre puliti. Lavoriamo in modo da avere il minore impatto possibile, limitando i difetti e valorizzando al meglio la varietà e il territorio dove viene collocata.
Come comunicate con i vostri consumatori e ospiti? Come mantenete il rapporto con loro?
Noi lavoriamo molto con le visite in cantina dal giovedì al sabato. Inoltre siamo abbastanza attivi sia sui social che sul nostro sito internet.
Cosa c’è nel futuro e quali sono i progetti a cui più tenete?
Essendo partiti con i vitigni Piwi il sogno principale è quello di vedere il loro sviluppo, oltre che vedere i nuovi progetti come il Trento doc e i vini da varietà convenzionali realizzarsi.
Vini degustati
- CRUN 2023. Vino biologico frizzante, rifermentato in bottiglia, ottenuto da uve Solaris. Torbido, come è logico aspettarsi, visto il metodo di vinificazione, con bei profumi di frutta, pera soprattutto, e floreali. Molto gradevole ed equilibrato.
- DIADEMA 2021. Ottenuto da uve Solaris anche questo vino, ma nella versione ferma. Una parte del vino (20%) fa un affinamento in botti di legno, il resto in acciaio. Molto profumato con sentori di frutta tropicale, di erbe aromatiche e un finale con note minerali che richiamano il riesling.
- ROSE’ IGT delle Dolomiti 2023. Un vino rosato ottenuto da uve Cabernet, Merlot e Schiava. Le uve sono raccolte considerando i parametri delle uve bianche, quindi con spiccata acidità, e poi vinificate in stile provenzale proprio per mantenere la freschezza. La struttura comunque si fa sentire ed anche il tannino.
- ATHOL 2023 Vino prodotto con uve Souvignier Gris raccolte con vendemmia tardiva coltivate nei vigneti sulle pendici del Monte Baldo. Fermentato parzialmente in barrique si caratterizza per il corpo pieno e sentori floreali e agrumati. Molto ben bilanciato.
- IGNAZIO IGT delle Dolomiti 2022. Vino da uve Merlot (60%) e Cabernet Sauvignon (40%) provenienti dal vigneto situato nel comune di Arco. Affinato per 18 mesi in barrique e poi 6 mesi in bottiglia. Tipico assemblaggio bordolese ma con uno stile più moderno. E’ un vino che mostra immediatezza e un bel equilibrio.
Maestro Enogastronomo Sommelier
Danilo Gamberini
Per approfondire:
https://cri.fmach.it/Ricerca/Unita-di-ricerca/Genetica-e-miglioramento-genetico-della-vite